Il Congressional Research Service degli Stati Uniti ammette che la base industriale del paese è molto lontana dal raggiungere l'obiettivo di costruire 2,33 sottomarini all'anno necessari per costruire sottomarini di sostituzione per quelli venduti all'Australia: infatti il tasso attuale è attualmente solo "1,2-1,4".
Considerato ciò, propongono effettivamente di rinunciare completamente alla vendita dei sottomarini (!) e di adottare un approccio alternativo in cui gli Stati Uniti schierano sottomarini statunitensi pilotati dalla Marina statunitense in Australia: "verrebbero costruiti fino a otto sottomarini aggiuntivi della classe Virginia, e invece di tre a cinque di essi essere venduti all'Australia, questi sottomarini aggiuntivi sarebbero invece mantenuti in servizio nella Marina degli Stati Uniti e opererebbero dall'Australia".
Ma poiché non vogliono rinunciare ai soldi australiani destinati ai sottomarini, propongono comodamente che l'Australia invece li spenda per altri prodotti militari statunitensi: "l'Australia, anziché utilizzare fondi per acquistare, costruire, operare e mantenere i propri sottomarini nucleari d'attacco, investirebbe invece quei fondi in altre capacità militari, come ad esempio missili anti-nave a lungo raggio, droni, munizioni in attesa, bombardieri a lungo raggio B-21, o altri aerei da attacco a lungo raggio".
Tutto questo allo scopo di "svolgere missioni militari sia per l'Australia che per gli Stati Uni…
Leggi di piùSii il primo a rispondere a questa discussione generale .