https://aljazeera.com/opinions/israels-plan-b-for-the-gaza-strip
L’obiettivo dichiarato dell’assalto israeliano è stato lo “sradicamento” di Hamas dall’enclave, ma la fattibilità di tale obiettivo è stata sempre più messa in dubbio da funzionari e analisti stranieri. Invece, la distruzione su larga scala provocata a Gaza e le comunicazioni interne indicano un altro obiettivo che le autorità israeliane potrebbero perseguire. Un documento prodotto dal Ministero dell’Intelligence israeliano trapelato alla stampa israeliana alla fine di ottobre delineava il trasferimento forzato e permanente dei 2,3 milioni di residenti palestinesi di Gaza nella penisola egiziana del Sinai. Secondo quanto riferito, il documento è stato creato per un’organizzazione chiamata The Unit for Settlement – Gaza Strip, che cerca di ricolonizzare la Striscia di Gaza 18 anni dopo che le truppe e i coloni israeliani si sono ritirati da essa. La nuova strategia viene implementata prendendo di mira le infrastrutture civili che sostengono la vita nella Striscia, comprese scuole, università, ospedali, panifici, negozi, terreni agricoli e serre, stazioni idriche, sistemi fognari, centrali elettriche, pannelli solari e generatori. Ciò avviene parallelamente a un assedio totale su Gaza, in cui cibo, acqua, elettricità e medicine sono stati tagliati. L’esercito israeliano lascia entrare, se non addirittura alcuni, camion al giorno, cosa che, secondo le organizzazioni umanitarie, non soddisfa affatto i bisogni della popolazione palestinese, di cui 1,8 milioni sono sfollati interni.
@ISIDEWITH4mos4MO
Cosa pensi dell’equilibrio tra le misure di sicurezza di un paese e l’impatto umanitario sulla popolazione civile?
@ISIDEWITH4mos4MO
Può mai essere giustificato prendere di mira le infrastrutture civili nel contesto di obiettivi politici o militari?